Sullo spendere tempo

November 1, 2025
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Non ho nessun rimpianto, nessun rimorso soltanto certe volte...

Uno dei miei grandi obiettivi da quando mi sono iscritto all’università è sempre stato massimizzare il ritorno del mio tempo.

Essendomi trovato in ambienti molto stimolanti e ricchi intellettualmente, il Politecnico di Milano per tre anni e, da qualche mese, l’ETH di Zurigo , ho sempre provato una certa FOMO verso tutto ciò che mi circondava, sapendo che l’esperienza universitaria (che reputo ancora una delle migliori invenzioni dell’umanità) è sfortunatamente limitata nel tempo.

Da quando però mi sono trasferito in Svizzera, lasciando amici e familiari a qualche ora di distanza, il mio obiettivo di “massimizzare il ritorno del tempo” è andato oltre la mera sfera universitaria.

Potrà sembrare banale, ma il mio obiettivo è diventato minimizzare la probabilità futura di avere rimpianti sul presente.

Tradotto più concretamente, significa capire come bilanciare lo studio, le opportunità extra-accademiche, la crescita personale e professionale e, forse più importanti, le mie amicizie e relazioni in Italia.

Mi trovo infatti in una situazione paradossale: da un lato mi reputo estremamente fortunato a essermi trasferito a Zurigo, dove sto imparando molto e dove la mia quotidianità è piena di stimoli, ma, dall’altro, non nego di aver lasciato molto a Milano tanto che; tragicomicamente, raramente ho voglia di tornare in Italia, ma, appena ripenso e rivedo le persone più care, mi ri-immergo nella mia comfort zone.

Non sapendo se si tratti o meno di un periodo di transizione, in cui la mia vita è divisa tra due città e due quotidianità, continuo a rimettere in discussione il modo in cui cerco di massimizzare l’utilità attesa del mio tempo.

Val Codera

Una buona personale definizione di comfort zone: weekend in Val Codera in tenda!

Prendete 3 secchielli

Per cercare di fare chiarezza, ho provato a suddividere il tempo in tre grandi categorie:

  • Tempo condiviso: dedicato a amici, relazioni, famiglia e al piaceere disinteressato.
  • Tempo verticale : dedicato allo studio accademico e altamente specifico, mirato a sviluppare hard skills e competenze verticali in un settore.
  • Tempo orizzontale: speso in eventi, opportunità e incontri extra-accademici che, indirettamente, contribuiscono a costruire una forma mentis (lezioni extra, hackathon, letture non accademiche, studio di argomenti trasversali sono alcuni esempi). In generale, sono tutte attività che ampliano sia hard che soft skills in modo più orizzontale.

Si noti tuttavia come queste categorie non sono proprietà binarie , ma punti su uno spettro continuo : molti momenti possono rientrare in più categorie contemporaneamente e la distinzione tra tempo orizzontale e verticale può essere lieve e nascosta. Tuttavia, per economia della trattazione, verranno considerate come proprietà binarie.


Come li riempiamo?

Date questi tre modi di spendere il tempo e vivendo purtroppo in un mondo con 24h al giorno, mi interrogo quotidinamente su come suddividere le mie giornate, come se, a partire da una borraccia piena, dovessi versare l'acqua in tre secchielli separati.

Detto in altri termini, il mio problema riguarda è la massimizzazione dell’utilità complessiva , data da:

in cui ciascuna rappresenta l'utilità di uno specifico secchiello; il tempo, l'effort (impegno) dedicato a ciascuno, con il vincolo e


La parte bella e il costo di mantenimento

Per quanto riguarda il tempo condiviso, possiamo riscrivere:

in cui

  • rappresenta la parte “bella della funzione”, modella il piacere del tempo con rendimenti decrescenti (i primi giorni trascorsi con amici e parenti riempiono di valore, man mano che passa il tempo il piacere aumenta con utilità marginale minore) e velocità di "saturazione" (che, almeno nel mio caso, è molto alta... mi annoio in fretta! ).

  • modella invece il costo di mantenimento delle relazioni che, almeno nel mio caso, è strettamente legata alla distanza tra Milano e Zurigo.

rappresenta una soglia di mantenimento da dedicare alle relazioni per non farle decadere, di conseguenza, se (cioè se si dedica abbastanza tempo alle relazioni), si annulla e non vi è alcuna diminuzione di utilità.

Se, al contrario, , l'utilità decresce per non avergli riservato abbastanza tempo.

Tempo verticale e Orizzontale

Per il tempo verticale, definiamo invece una funzione di utilità:

in cui , , , sono costanti positive e dipendono dai nostri tratti personali, il periodo della nostra vita e le condizioni al contorno.

Infine, per le soft skills e le competenze generaliste vale:

in cui

  • rappresenta il valore medio deterministico di questa tipologia di attività
  • quantifisca la componente stocastica rappresentante l’impatto randomico e positivo degli eventi
  • modella il costo delle attività extra, crescente e convesso.

Si noti come in e compaiano rispettivamente e mentre, in , non compare alcuna variabile che quantifica l’effort dedicato.

(Per molte persone tuttavia, me compreso, mantenere le relazioni potrebbe comunque richiedere un impegno e una fatica mentale in più ma, per semplificazione, è stato omesso).

Definito il problema di massimizzazione di e dal momento che la differenza tra e i restanti sia abbastanza netta e definita, penso che allocare in modo ottimale il tempo tra e sia la cosa più difficile, dato il confine molto poco definito e spesso nascosto.

Infortunio e CHF

Verticalizzazione pura: una lezione di matematica finanziaria VS Orizzontalizzazione pura: pranzo da Google Zurigo con il mitico Ludovico Bessi

Tra segnale e rumore

Avendo vissuto sempre in contesti ricchi di opportunità, ho avuto la fortuna di poter facilmente aumentare : eventi, persone, progetti, stimoli culturali non mi sono mai mancati.

Oggi, però, mi trovo nella situazione opposta: cerco di filtrare e, talvolta, evitare molte di queste occasioni.

Sono convinto che circondarsi delle persone e dell'ambiente giusti sia essenziale, ma penso che, raggiunta una certa soglia, diventi essenziale saper distinguere il segnale dal rumore.

Soprattutto in ambienti dinamici, è facile riempirsi l’agenda di eventi che sembrano importanti ma che non ci danno alcun valore reale e, al contrario rappresentano solo rumore (un cattivo utilizzo del tempo).

La domanda quindi che sorge spontanea è come filtrare e astenersi da tali attività.

Per rispondere, ha senso guardare la parte stocastica e cercare di ottimizzare per esporsi ai potenziali rendimenti positivi e poco prevedibli, minimizzando al contempo i costi .

Dovremmo di conseguenza esposrci a contesti in cui, oltre a ottenere un beneficio sul momento, potrebbe svilupparsi qualcsa di impattante a lungo termine e che difficilmente non avremmo ottenuto diversamente.

Vivendo tuttavia in un mondo di risorse limitate (in cui ), l’ottimizzazione di si inserisce in un contesto più ampio di trade-off tra hard e soft skills.


So good they can't ignore you

Credo che, nonostante l’avvento degli LLM che sembrano in grado di fare tutto, verticalizzare le proprie conoscenze resti una scelta ottimale: dedicare tempo a sviluppare hard skills ha ancora il rendimento più alto nel lungo periodo.

Cal Newport direbbe a proposito: “So good they can’t ignore you”, a supporto di questa tesi.

Secondo lo scrittore americano infatti, resta preferibile seguire i propri talenti che le proprie passioni: la passione deriva dall’expertise, non viceversa e, solo una volta diventati estremamente competenti in una materia, saremo in grado di apprezzarla al 100%.

Di conseguenza, solo dopo aver trovato il proprio ambito di verticalizzazione ha senso ampliare la propria conoscenza in orizzontale, acquisendo competenze trasversali utili per interfacciarsi con persone, contesti diversi e avere una comprensione sul funzionamento del mondo oltre la propria nicchia.

A proposito di ciò, Paul Graham , in uno dei suoi saggi più famosi “How to lose time and money”, sostiene che il miglior modo per perdere tempo non sia con il puro divertimento o il cazzeggio, bensì con il cosiddetto fake work: attività che danno l’illusione di essere produttive o di accrescere le proprie competenze, ma che, in realtà, generano poco valore reale.

Eventi, incontri, podcast, video o perfino alcuni corsi universitari rientrano facilmente in questa categoria: possono illuderci di star facendo deep work, ma spesso rappresentano una forma di inutile intrattenimento travestito da lavoro.

Infortunio e CHF

Nonostante non sia un informatico, reputo la scrittura di codice uno dei migliori esempi di deep work.

Di seguito alcuni esempi, estrapolati dalla mia esperienza e ovviamente pieni di Bias.

AttivitàFunzione prevalenteNote
Risolvere un problema difficileuverticaleu_{\text{verticale}}Verticalizzazione pura: attività strettamente analitica con alto ROI sulle hard skills.
Lavorare a un side project tecnico con un amicoCombinazione di uverticaleu_{\text{verticale}}, uorizzontaleu_{\text{orizzontale}} e ucondivisou_{\text{condiviso}}Verticalizzazione delle conoscenze fuori dall’ambito accademico e teorico.
Prendere un caffè a un professore/PhD/professionistauorizzontaleu_{\text{orizzontale}}Bassissimo effort, potenziale stocastico molto alto.
Pranzare con colleghi o compagni di corsoucondivisou_{\text{condiviso}} e uorizzontaleu_{\text{orizzontale}}Costo basso, valore medio-basso, può contribuire al benessere complessivo.
Partecipare a un talk generico “come avere successo”uorizzontaleu_{\text{orizzontale}} (rumore)Bassissimo valore atteso e scarso potenziale. Perdita di tempo quasi totale.
Rileggere appunti già compresiuverticaleu_{\text{verticale}} (fake work)Benefici marginali nulli.
Weekend con amici e zero studioucondivisou_{\text{condiviso}}Massimizzazione totale del tempo condiviso. Must have!
Praticare sport, in solitudine o compagniaucondivisou_{\text{condiviso}}Essenziale per equilibrio fisico e mentale.

La conclusione a cui vorrei arrivare è che “massimizzare l’utilità del tempo” non significa sempre “fare tutto di più”, ma imparare a dire di NO e imparare a dare valore, sotto tutti i punti di vista, a ogni istante del nostro tempo.

Per fare ciò, nonostante l’ottimizzazione di sia un problema strettamente personale e connesso alla fase della vita in cui ci si trova, penso che la consapevolezza verso i propri obiettivi, limiti, condizioni al contorno e l'intenzionalità possano essere degli ottimi punti di partenza per tutti.

Banalità conclusive a parte, questi stessi valori dovrebbero anche insegnarci e permetterci, senza alcuna pretesa di produttività o verticalità, di ritagliarci e goderci istanti di spensieratezza, convivialità e vita lenta, motivo per cui, sulla falsa riga di Francesco Piccolo , vi incoraggio a stilare un diario di Momenti di trascurabile felicità , per ricordarci che, tutto sommato, la vita è una gran figata.

Cheers!


Alcuni momenti di trascurabile felicità degli ultimi mesi:

  • Sistemare il codice di questo articolo ascoltando "Questo nostro grande amore" durante un solitario sabato sera zurighese.
  • Ritornare a correre con gli amici di sempre dopo mesi di infortunio.
  • Prendere l'intercity IC2 delle 19:05 Zurich HB - Milano Centrale il giovedì sera.
  • Organizzare ancora vacanze in bici in giro per l'Europa con tutta la family.
  • Tornare scout per una settimana all'anno durante il campo estivo.
  • Girare per le aule del Polimi in cui ho vissuto gli anni più stressanti migliori della mia vita.
  • Fantasticare e pianificare il prossimo viaggio on the road in qualche destinazione dimenticata da Dio.

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